TERAMO – Il tribunale del riesame dell’Aquila renderà noto domani la decisione sull’istanza di scarcerazione presentata da Salvatore Parolisi il quale ha fatto dichiarazioni spontanee affermando con forza che è innocente. Lo hanno annunciato i legali del caporalmaggiore, Valter Biscotti e Nicodemo Gentile, a conclusione dell’udienza. I legali si sono detti "soddisfati di come sono andate le cose", senza aggiungere altro. Poco prima che lasciassero il palazzo di giustizia, dall’aula era uscito Parolisi che, accompagnato da una decina di agenti di
polizia giudiziaria, è risalito sul furgone per tornare al carcere di Teramo. Gli esami condotti dai periti della difesa scagionerebbero Salvatore Parolisi e quest’ultimo, nelle dichiarazioni spontanee rese in circa mezz’ora, avrebbe ricostruito tutta la vicenda, ribadendo di non avere ucciso la moglie e di avere raccontato la verità sulla scomparsa di Melania. A sostegno delle sue affermazioni, anche le conclusioni dei periti di parte, intervenuti all’udienza assieme ai difensori e al rappresentante della Procura della Repubblica di Teramo. I due periti hanno illustrato le risultanze sulle posizioni dei cellulari della coppia e sulle tracce di Dna trovate sul corpo di Melania. Riguardo a queste ultime, il genetista Emiliano Giardina, dell’Università di Tor Vergata, ha sostenuto che "il Dna rilevato su diverse parti del corpo di Melania non è del marito; riteniamo che ulteriori accertamenti sarebbero
importanti per capire cosa è successo". Questo aspetto, assieme a altri, secondo la difesa avvalorerebbe la tesi che l’assassino di Melania sia un’altra persona. La difesa ha puntato molto anche sui rilievi riguardanti i cellulari, perchè dalla loro posizione è possibile stabilire la presenza della coppia a Ripe di Civitella – dove il 20 aprile fu trovato il corpo di Melania Rea – o a Colle S.Marco, dove Parolisi afferma di essersi recato con la moglie il giorno della scomparsa, il 18 aprile. In quelle zone però, i telefoni "agganciano" le celle di entrambe le località. Il perito della difesa, Roberto Cusani – ordinario di ingegneria telecomunicazioni alla Sapienza – ha sostenuto che "le investigazioni, dal punto vista tecnico, sono state fatte in maniera corretta, ma sono state interpretate dagli inquirenti in maniera un po’ forzata perchè, incrociandole con altri dati, qualcosa di probabile o di possibile è diventato quasi certo". Quindi, se per l’accusa il 18 aprile Salvatore e Melania erano a Ripe di Civitella, per la difesa non si può escludere che si trovassero a Colle San Marco.